Si parla tanto di velocità...tutto
ssscorre...
panta rei (già i Greci erano caduti nella trappola della velocità e nei suoi abomini)...ma il simbolo di cui parliamo va ben oltre l'antica Grecia...addirittura arrivando all'era dei dinosauri, superandoli e con molta molta "pazienza" arrivando persino a stare in una casa con gli uomini o nei nostri giardini. Stiamo parlando della famigerata e flemmatica
tartaruga.
Ovviamente quella che più ci interessa è posta a Firenze, nei pressi di Piazza Pitti ed esattamente la Fontana del
Bacchino del Giardino di
Boboli (da Bacco, figura mitica che la
statua vorrebbe simboleggiare,
sinonimo tra l'altro di lascivia, lussuria,
mmm, ecc...). Ed è in quella fontana che la tartaruga porta in groppa un altrettanto famigerato essere che non è vissuto ai tempi dei dinosauri e non vive nei giardini..ma è semplicemente ed egregiamente il nostro amato "BEAR"...si proprio lui, in carne e ossa (beh più carne che ossa, anzi più che ossa pietra)...
Ma tornano alla
tartaruga si narra che presso le etnie dei
Dogon e dei Barbara, in Africa, la tartaruga era il simbolo della volta celeste, di potenza, saggezza e avvedutezza (per questo rispettata come una diva..anzi divinità). Inoltre in alcune zone del Camerun "gli
sgabelli della giustizia" erano a forma di tartaruga, poiché ritenute in grado di smascherare le bugie dell'
interrogato. Inoltre in
Cina, dove è considerata sacra da 400o anni, la tartaruga raffigura il perfetto equilibrio tra i principi maschile e femminile.
Credo che dopo queste asserzioni buona parte del significato della statua presa in considerazione, ovvero il Nano, si spieghi da sé.
La statua è comunque opera di un certo
Valerio Cioli (o Cigoli) risalente al 1560.
In essa lo scultore cinquecentesco ritrae il nano di corte di Cosimo I, ironicamente chiamato
Morgante (che in realtà è il nome del gigante nel libro di Pulci), classico spirito fiorentino. A dire il vero era questa una sorta di moda che stava dilagando nel 500, tanto che ogni corte aveva il suo nano da fare ritrarre. Anche se a mio modesto parere quello di
Cioli è il più riuscito...woofff...direi...
E sempre del nano
Morgante abbiamo un bel dipinto (doppio ritratto F/R) di
Agnolo Bronzino, sempre per compiacere Cosimo I (che secondo me con il nano aveva una certa affinità d'animo...); mentre il
Giambologna, che seguiva la corrente di pensiero, raffigura il nano sopra un mostro marino, tutto in bronzo (o lumaca...parente della tartaruga, che originalità!!).
Nano Morgante del Giambologna
E per finire il tour, sempre nel Giardino di Bobolo troviamo un altra affascinante scultura: il Busto Colossale (mmm) di Giove Serapide.
Padre degli dei Giove era, secondo la mitologia, una macchina del sesso...a quanto pare non risparmiava nessuna ninfa, chimera, vergine, musa e così via...
E chissà perché viene raffigurato sempre come un bell'omone di mezza età...
Lasciamo che la fantasia corra...
Benedetta arte... solo tu puoi salvare l'uomo...o l'omo?